Una ricerca condotta da alcuni scienziati italiani, ha rivelato alcune interessanti possibilità di applicazione dello studio della musica nelle terapie contro la dislessia.

I disturbi tipici della dislessia non riguardano soltanto la lettura ma anche la motricità, cioè
l’esecuzione di movimenti ritmici e coordinati. A dirlo sono i ricercatori del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, che hanno realizzato un esperimento di misurazione del ritmo di scrittura su 77 bambini, metà dei quali dislessici.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Human Movement Science, ha mostrato che “nei bambini affetti da dislessia evolutiva la durata relativa di scrittura di ciascuna singola lettera che
compone una parola non è costante, ma varia in funzione della dimensione e velocità della parola scritta”. Questo dimostrerebbe che “il disturbo della dislessia riguarda anche la
motricità, alla quale è riferibile la mancanza di ritmo nella scrittura”.

Lo studio è stato coordinato da Maria Teresa Guasti, ordinario di Glottologia e Linguistica, e Natale Stucchi, ordinario di Psicologia Generale, entrambi dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con il Servizio per i disturbi del linguaggio e dell’apprendimento dell’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano.

“I risultati – spiegano Guasti e Stucchi – suggeriscono per la prima volta che la dislessia non è solo un problema di lettura, ma anche un problema riguardante gli aspetti ritmici della scrittura. Questo problema deriva da una difficoltà nell’eseguire una sequenza fluida di movimenti. Per aiutare chi è affetto da dislessia a mantenere un comportamento ritmico –
concludono – potrebbe essere utile un’educazione specifica al ritmo attraverso la pratica musicale”.


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