1. LA MUSICA È PER TUTTI. 
Tutti i bambini possono imparare a suonare e cantare ed è un’esperienza divertente a ogni livello anche senza raggiungere risultati eccellenti. Nessuno è davvero negato neanche se fatica, per esempio, a seguire il ritmo di una canzoncina con le mani o a cantarla. Ma se il bimbo, già da piccolo, viene bollato da un adulto come privo di talento, secondo l’esperto, c’è il rischio che se ne convinca e rifiuti in futuro ogni approccio alla musica. Tutto è più semplice quando in famiglia o tra gli amici qualcuno già suona e canta: probabilmente il bimbo stesso chiederà di imparare uno strumento. Al contrario, c’è chi non pensa proprio a suonare: in questo caso, il genitore può proporlo come un gioco evitando, però, qualsiasi forzatura. E’ molto importante che il figlio non associ la musica a un ‘obbligo’ da aggiungere alla lista dei suoi doveri (soprattutto se frequenta già la scuola primaria).

2. UNA FAMIGLIA PARTECIPE STIMOLA IL BIMBO NEL SUO PERCORSO MUSICALE.
Il sostegno del genitore è fondamentale per l’educazione musicale del figlio anche senza l’ambizione di diventare un professionista. In ogni caso, interesse e partecipazione da parte della famiglia aiutano a motivarlo nel percorso a ogni diversa tappa. Se il bimbo inizia a frequentare un corso introduttivo alla musica, adatto alla sua età, dovrebbe viverlo come un appuntamento divertente. Tra i corsi più diffusi in Italia per bimbi da 0 a 6 anni, hanno grande successo quelli basati sul metodo Gordon proposti dall’AIGAM (Associazione Italiana Gordon per l’Apprendimento musicale). Quando, poi, comincia a suonare uno strumento e non ne ha voglia, è importante non rimproverarlo altrimenti potrebbe associarlo a una imposizione. Per incoraggiare il bambino, è essenziale, invece, elogiare anche solo quel poco che ha fatto e discutere dei suoi progressi davanti al suo insegnante.

3. QUANDO INIZIARE.
Secondo Hugo Pinksterboer, non è mai troppo presto per scoprire il mondo musicale a patto che sia un’esperienza divertente. Se il genitore, per esempio, canta semplici canzoncine (pazienza se non è intonato!), il figlio si diverte e già verso i 2-3 anni cerca di ripeterle a modo suo. Tra l’altro, il bimbo riconosce suoni diversi e prova a seguire il ritmo battendo le mani o alcuni oggetti tra di loro. Per aiutarlo a sviluppare questa tendenza, sono perfetti i giocattoli musicali (tamburi, maracas, xilofoni o un piccolo pianoforte). Intorno ai 3 anni, il bimbo intona le canzoncine da solo e inizia a intuire in modo spontaneo le differenze di volume, altezza (note acute e gravi) e tempo. E’ un buon momento per un corso introduttivo (propedeutico), specifico per i più piccoli (esistono per diverse fasce di età), che aiuta ad acquisire i concetti musicali base con un approccio giocoso.

4. L’ETA’ GIUSTA PER SUONARE CAMBIA A SECONDA DEL BIMBO.
In genere, molti bambini imparano uno strumento ‘vero’ (di solito il pianoforte o il violino), verso i 5-6 anni, a volte anche prima. Tuttavia, non esiste un’età ideale, adatta a tutti per ‘fare più sul serio’: molto dipende dallo sviluppo del singolo bambino e dallo strumento che sceglie. In altre parole, quando abilità motorie, coordinazione e capacità di concentrazione migliorano, il bimbo è pronto per cominciare a suonare. In ogni caso, dal punto di vista dell’autore, sotto i 6-7 anni è pretenzioso pensare che i ritmi di apprendimento di un bimbo possano essere costanti e rigorosi. Quello che conta davvero è passare la curiosità e l’amore per la musica senza dare troppo peso ai progressi o alla qualità dell’esecuzione.

5. PROGRAMMI MUSICALI E LEZIONI.
I corsi propedeutici di gruppo sono l’ideale per avvicinare i più piccoli alla musica. Sempre per i giovanissimi esistono anche corsi specifici per suonare uno strumento. Molti adottano il Metodo Suzuki che insegna violino, violoncello, pianoforte e chitarra e richiede la partecipazione del genitore alle lezioni. Con questo approccio, il bimbo impara insieme all’adulto a suonare a orecchio senza leggere la musica. Secondo alcuni esperti, tale sistema può rallentare i progressi futuri. Tuttavia, secondo l’autore Pinksterboer, quello che importa davvero è assecondare le inclinazioni del figlio e capire quale tipo di insegnamento sia più adatto a lui. Quanto alle lezioni, individuali o collettive, in una scuola, anche in questo caso, molto dipende dalla personalità del singolo. E’ importante che l’insegnante abbia passione e sia specializzato a lavorare con i bambini. Bravi musicisti, infatti, non sempre sono anche buoni insegnanti, specialmente per i più piccoli.

6. STRUMENTI PER COMINCIARE.
La scelta di strumenti adatti per dimensioni ai bimbi sotto i 6 anni è piuttosto limitata (pianoforte o tastiera, violino e archi che sono reperibili in diverse misure e talvolta chitarra e percussioni). Dopo questa età, invece, aumenta la disponibilità di strumenti prodotti su misura e poi, intorno ai 10 anni, ogni ragazzino riesce a gestire fisicamente anche la maggior parte degli strumenti da grandi. Per il primo approccio al mondo musicale, il pianoforte è considerato un ottimo alleato perché i tasti in ordine (note basse a sinistra e alte sulla destra) aiutano a capire la struttura della musica. Per questo è ideale già intorno ai 4 anni, anche se nulla vieta di passare in seguito a qualcosa d’altro. Anche il violino, per esempio, è tra gli strumenti disponibili nella misura giusta per un bimbo di 4-5 anni, per questo molti musicisti in erba in questa fascia di età iniziano a suonarlo.STRUMENTI ED ETA’. Se piano e archi si prestano anche per i più piccoli, non si può dire altrettanto per gli strumenti a fiato: sono oggetti grandi e pesanti e difficilissimi (e costosi) da trovare in scala ridotta. E’ impensabile, per esempio, che un bambino di 6-7 anni suoni l’oboe! Quanto a sassofono, clarinetto, e tromba, l’età consigliata dalla maggior parte degli insegnanti è intorno ai 10 anni. Tra i fiati, è invece perfetto per i principianti il flauto dolce che di norma si può suonare quando il bimbo è capace di chiudere tutti i fori, già verso i 5 anni. Adatte ai bimbi intorno ai 6-7 anni, sono le chitarre acustiche che si trovano anche in versione ridotta. Il modello più piccolo è tre quarti di quello normale, e in genere ha le corde di nylon ma c’è anche la chitarra folk che le ha in acciaio e quella elettrica che va bene sempre verso i 7 anni.

7. STRUMENTI ED ETA’
Se piano e archi si prestano anche per i più piccoli, non si può dire altrettanto per gli strumenti a fiato: sono oggetti grandi e pesanti e difficilissimi (e costosi) da trovare in scala ridotta. E’ impensabile, per esempio, che un bambino di 6-7 anni suoni l’oboe! Quanto a sassofono, clarinetto, e tromba, l’età consigliata dalla maggior parte degli insegnanti è intorno ai 10 anni. Tra i fiati, è invece perfetto per i principianti il flauto dolce che di norma si può suonare quando il bimbo è capace di chiudere tutti i fori, già verso i 5 anni. Adatte ai bimbi intorno ai 6-7 anni, sono le chitarre acustiche che si trovano anche in versione ridotta. Il modello più piccolo è tre quarti di quello normale, e in genere ha le corde di nylon ma c’è anche la chitarra folk che le ha in acciaio e quella elettrica che va bene sempre verso i 7 anni.

8. OGNI STRUMENTO HA LE SUE DIFFICOLTA’.
Di fatto, non esiste uno strumento ‘facile’ in assoluto ma alcuni vanno molto meglio per cominciare. Sul pianoforte, per esempio, è sufficiente premere 8 tasti di fila per ottenere una scala, ma questo non significa che sia semplice raggiungere un buon livello. Ogni strumento ha le sue difficoltà come spiega il musicista Pinksterboer: nel caso del piano, serve suonare due parti allo stesso tempo con due mani e, a volte, ogni mano suona più tasti insieme. Con violino e chitarra classica, per esempio, la mano sinistra fa cose molto diverse da quella destra. Per la batteria, invece, è necessario sviluppare la coordinazione usando mani e piedi allo stesso tempo.

9. MASCHI E FEMMINE: CAMBIA QUALCOSA?
Oggi molte ragazze suonano la batteria, il basso, la chitarra elettrica, o il trombone, tuttavia è ancora piuttosto diffuso il luogo comune che questi siano strumenti più adatti a un ‘maschio’. Arpa e flauto dolce o traverso, invece, vengono etichettati ‘da femmine’: non è così, ogni strumento è adatto a tutti (indipendentemente dal sesso), quello che conta è l’interesse dimostrato dal bambino. Capita, infatti, che un bimbo cominci a suonare uno strumento e, dopo un paio d’anni o prima, decida di passare a un altro. In una fase di crescita, è normale che i gusti si modifichino e questo vale anche nel caso di un piccolo violinista che voglia poi suonare la chitarra. Obbligarlo a continuare è controproducente e potrebbe fargli venire voglia di piantare tutto, mentre appoggiarlo significa dargli la possibilità di ampliare la sua formazione musicale.

10. QUANTO TEMPO AL GIORNO OCCORRE DEDICARE ALLA MUSICA.
Nella fascia d’età tra i 3 e i 6 anni, quello che conta davvero è ispirare amore per la musica. In questa fase, anche se il bimbo ha già scelto uno strumento e mostra interesse non è appropriato parlare di ‘studio’ quotidiano (e tanto meno forzarlo a lunghi esercizi). Cinque-dieci minuti al giorno invece possono essere un momento divertente, di gioco, che non lo farà disamorare delle note. Dai 6 anni in poi, il discorso cambia: ogni bambino può capire che in alcune attività ci vuole tempo per raggiungere buoni risultati. In genere, sessioni brevi di circa 15 minuti, per 4-6 volte alla settimana, rappresentano una soluzione adeguata fino a 8 anni. Diverso è il caso in cui il bambino manifesti il desiderio di suonare più a lungo e spesso: se la musica sembra coinvolgerlo moltissimo, è bene discuterne con l’insegnante.

 

Fonte: http://www.nostrofiglio.it

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